“L’arte trova la propria espressione all’interno, e non all’esterno di sè stessa. Essa non va giudicata secondo alcun criterio esterno di somiglianza. È un velo, piuttosto che uno specchio. Ha fiori sconosciuti a qualsiasi foresta, uccelli che nessun bosco possiede. Fa e disfa molti mondi, e può tirar via la luna dal cielo con un filo scarlatto. Sue sono le “Forme più reali dell’uomo vivo”, e i suoi grandi archetipi di cui le cose che hanno esistenza non sono che copie incompiute. Può operare miracoli a piacere, e quando evoca mostri dal profondo, questi vengono. Può far fiorire i mandorli d’inverno, e mandare la neve sul grano maturo. Alla sua parola il gelo posa il dito argenteo sulla bocca ardente di giugno, e i leoni alati escono striscianti dalle cavità dei colli lidii. Le driadi si affacciano dal boschetto al suo passaggio; e i bruni fauni le sorridono in modo strano quando viene loro vicina. Ha dèi dal volto di falco che la venerano, e i centauri le galoppano al fianco”.
(Oscar Wilde)
(tratto da: “La decadenza della menzogna”)
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