Io sono l’Argilla;
vecchia e rugosa
eppure con lucidi muscoli
che si gonfiano nella terra.
Se voi sapeste
la mia immensa sete
la mia lunga nostalgia
di essere cielo.
Ma io soltanto sono spinta in giù
dal mio proprio peso.
Sudo nelle mie grotte,
cammino nella pioggia,
su piedi pesanti, mi rotolo sul dorso al sole
spalancando le mie mille dita.
Arenaria, faience, terracotta,
maiolica, mattonella:
sono scura ma la mia storia splende.
Io sono l’Argilla:
mi alzo dal mio peso.
(Sasse Soderberg)